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Rattus norvegicus Berkenhout, 1769

Anche noto come “ratto delle chiaviche” o “ratto di fogna”, ratto grigio, surmolotto o pantegana, è uno degli animali considerati più infestanti e dannosi. È una specie di origine asiatica, introdotta nel corso del XVIII secolo in Europa e in gran parte del mondo. Presente in tutta la penisola e nelle isole maggiori, nonché in alcune isole minori.

Gli individui adulti possono arrivare ad un peso tra 250 e 520 g e ad una lunghezza testa-corpo compresa tra 18-27 cm, lunghezza che può quasi raddoppiare perchè la coda è anch’essa lunga tra i 15-21 cm.

La colorazione degli adulti va dal marroncino al marrone-grigiastro, fino a grigio scuro nella parte superiore, mentre nella zona ventrale è grigio più chiaro, a volte con piccole striature o macchie bianche.
Ecologicamente, è una specie “sinantropica”, cioè adattata a vivere negli stessi ambienti che l’uomo ha occupato e antropizzato.

Ratti si ritrovano spesso lungo le sponde dei canali, sui margini e nelle scarpate stradali, nelle scogliere dei porti, nelle fognature. È una specie molto diffusa anche negli allevamenti zootecnici e nelle aree agricole. La sua dieta è assai variabile in funzione delle disponibilità che offre l’ambiente.

Può cibarsi di qualunque residuo dell’alimentazione umana e degli animali domestici, ma spesso si nutre di altri animali, soprattutto invertebrati, anfibi, uova di uccelli e altri micromammiferi.
Essendo un serbatoio e vettore di molte malattie batteriche e virali, il ratto grigio può rendersi responsabile di impatti significativi agli ambienti naturali, come si verifica nelle zone umide e sulle isole.
La riproduzione può avvenire durante tutto l’anno, arrivando a dare anche sette nidiate l’anno. Le femmine del Ratto Norvegicus sono pronte per l’accoppiamento già all’età di 8-12 settimane e in una gestazione di 20-25 giorni, partoriscono dai 6 ai 9 piccoli topi.
Questi animali hanno capacità sensoriali molto sviluppate tali da facilitarne la sopravvivenza e la diffusione. Il gusto permette loro di scegliere i cibi più adatti e rifiutarne altri soprattutto quelli nuovi e questo va considerato nell'utilizzo delle esche. Anche l'odorato è molto sviluppato e quindi individuano e seguono facilmente percorsi marcati con urina o altre secrezioni. L'udito è talmente acuto da percepire anche gli ultrasuoni, mentre la vista è ridotta, ma adatta alla visione notturna.
Sono animali territoriali con una ben definita organizzazione sociale costituita da diversi nuclei familiari ciascuno occupante un sistema di tane e cunicoli intercomunicanti. Ogni gruppo familiare è costituito da un capogruppo o maschio dominante, in genere di grossa taglia, da alcune femmine, alcune con la prole e altri pochi maschi sottomessi al capo. Sono animali molto diffidenti; quando individuano una fonte alimentare, dapprima mostrano diffidenza, poi la frequentano con molta assiduità divorandone grandi quantità in poco tempo. I ratti in genere perlustrano ogni giorno il loro territorio percorrendo sempre lo stesso percorso per controllare se sono avvenuti dei cambiamenti o si sono rese disponibili altre fonti alimentari. Se durante queste perlustrazioni i ratti trovano uno stimolo nuovo, come un'esca, una trappola, spesso si osserva una caratteristica “reazione al nuovo” che consiste in una scomparsa momentanea dei ratti. Solo dopo alcuni giorni esploreranno il nuovo oggetto o assaggeranno il nuovo cibo. Questo fenomeno viene chiamato “neofobia”, ed è un comportamento che può inficiare le strategie di controllo delle infestazioni.
Le 3 specie sono potenziali portatori di alcune malattie (Toxoplasmosi, leptospirosi, salmonellosi e tifo) e di ectoparassiti (pulci, acari) che al decesso dell’animale cercano nuovi ospiti che possono essere rappresentati dagli animali domestici e a volte dallo stesso uomo.