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Nella lotta contro topi e zanzare nei centri urbani si usano quantità crescenti di veleni che si sommano agli altri inquinanti

Un approccio poco efficace e con tanti risvolti negativi

I veleni usati contro topi e ratti hanno nomi impronunciabili, come Brodifacoum o Difethialone. Si tratta di sostanze che interferiscono con i fattori della coagulazione, provocando emorragie e successivo decesso dell’animale.

Gli animali avvelenati sopravvivono per molte ore o giorni e in questo periodo possono essere predati da rapaci o altri predatori, nei cui tessuti tali sostanze si accumulano aumentando il carico di tossicità.

Le carcasse disperse in ambiente, invece, possono contaminare il suolo e l’acqua.

Gli insetticidi piretroidi usati nelle disinfestazioni in città per la lotta adulticida alle zanzare, non solo colpiscono anche animali utili (lucertole, api), ma favoriscono lo sviluppo di resistenze nelle stesse popolazioni di zanzara.

Questo effetto porta alla necessità di aumentare la frequenza dei trattamenti con un utilizzo maggiore di veleni, per avere il medesimo risultato. Inoltre, insieme agli altri inquinanti provocano effetti cronici sinergici negativi per la salute umana e per l’ambiente.